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26 novembre 2007

Diossina: sulla questione il silenzio è assordante.


Un interessantissima inchiesta dell'espresso racconta che ormai la diossina è ovunque.

Gli italiani iniziano ad assumerla già attraverso il cordone ombelicale e, appena nati, succhiando il latte materno.

Le diossine si depositano sulle piante, il terreno e le acque, fissandosi poi nei tessuti grassi degli animali e nel latte.

Oltre all'accertata tossicità, un dato è sicuro: l'Italia è il paese che in Europa ne produce di più. Spulciando l'unico rapporto della Commissione Ue sul rilascio di diossine e furani al suolo (del 1999), si scopre che il nostro Paese ne emette il 38 per cento in più della Spagna, il 33 più della Gran Bretagna, il 29 più della Germania, ben il 75 per cento in più di Danimarca, Finlandia, Norvegia e Svezia messe insieme.


Secondo Roberto Fanelli, capo del dipartimento Ambiente e salute dell'Istituto Mario Negri di Milano e autore di alcuni report su Seveso, "ormai la contaminazione è diffusa uniformemente in tutti i paesi industrializzati. Sono sostanze che troviamo dappertutto. Si eliminano solo dopo molti decenni". In pratica, diossine (ci sono vari cogeneri, il più pernicioso è il 2,3,7,8 Tccd) e Pcb sono il prezzo della vita moderna.

L''associazione Medici per l'ambiente parla senza giri parole di "pandemia silenziosa".
Dall'incidente dell'Icmesa di Seveso in poi, scienziati di mezzo mondo hanno dimostrato la tossicità di quella che l'Epa considera "uno dei più potenti veleni conosciuti". Per l'Agenzia internazionale sui tumori la Tccd è 'ufficialmente' cancerogena dal 1997.

Secondo l'Oms il 95 per cento dell'assunzione di diossine e furani proviene dalla dieta: risalendo la catena alimentare passano dai vegetali agli erbivori, ai carnivori e all'uomo. Per il fenomeno del 'bioaccumulo' e per la tendenza delle sostanze a conservarsi nei grassi siamo i più inquinati tra gli esseri viventi.

"In Italia c'è molto scetticismo", attacca la Gentilini, "ma ormai la letteratura ha verificato un aumento di sarcomi, linfomi, tumori alle mammelle e malattie dell'apparato riproduttivo nelle zone contaminate.

Sulla questione c'è un silenzio assordante, gli interessi economici e industriali sono giganteschi."


Le analisi che mostrano il nesso tra diossina e tumori sono poche, ma significative. Nel 2001 due medici del lavoro dimostrarono che nella zona occidentale di Brescia inquinata dal Pcb dell'azienda chimica Caffaro si è registrata una crescita consistente dei tumori al fegato.

Uno studio congiunto dell'Università di Padova e di Milano sostiene che nel veneziano i 34 inceneritori di rifiuti in funzione negli anni '70 e '80 hanno creato l'habitat perfetto per un boom di sarcomi: nel capoluogo la possibilità di essere colpiti dal male è tre volte superiore rispetto alla media, ma, complici i venti di Nord-Est, nella Riviera del Brenta il fattore rischio è 20 volte superiore.

Anche risiedere in alcune zone della Campania è un terno a lotto. Un rapporto firmato dall'Oms, il Cnr e l'Arpa regionale ha analizzato la correlazione tra mortalità, malformazioni congenite e l'esposizione della popolazione alle sostanze tossiche sprigionate dallo smaltimento dei rifiuti pericolosi. Bacoli, Giugliano, Acerra, Caivano, Villa Literno, Castel Volturno, Aversa e Marcianise sono stati catalogati, per la presenza di discariche abusive, a rischio elevato (livello 5).
Luoghi dove è facile ammalarsi di tumore e dove alcune malformazioni al sistema nervoso centrale e all'apparato urogenitale sfiora un incremento probabilistico dell'80 per cento rispetto ai comuni più sicuri.
Di Domenico, se contesta la lettura allarmistica delle analisi fatte dai pastori di Acerra ("Dati incommentabili") non nasconde la sua preoccupazione. "Tra pochi giorni inizieremo un biomonitoraggio a tappeto nel napoletano e nel casertano, esamineremo l'impatto ambientale su circa 780 persone. Una ricerca unica nel suo genere".

Mentre il dibattito continua, le diossine proseguono, inesorabili, a diffondersi a macchia d'olio. Così, chiosa la Gentilini, "tra una chiacchiera e molti funerali, stiamo assistendo a un immane esperimento sulla specie umana in cui gli uomini sono insieme cavie e spettatori. Nessuno sa come andrà a finire".

L'intera inchiesta la potete trovare qui.



1 commento:

Unknown ha detto...

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